Ormai lo sa pure mia nonna: la programmazione è il lavoro del futuro. “Il vaccino contro il virus della disoccupazione giovanile” è solo una delle tante frasi che ho letto su alcune sponsorizzate social.
Insomma sembrerebbe che dopo la morte, l’unica certezza al momento è che imparare a programmare sia una garanzia di lavoro. Non solo. Se una volta lo stereotipo del programmatore era quello dello sfigato (di chi non sapeva cosa ci fosse oltre le 4 mura della sua cameretta), al giorno d’oggi la percezione di questa figura professionale è stata completamente ribaltata. E con la pandemia ha raggiunto decisamente il suo apice: “Lavora dove vuoi, quando vuoi, ti basta un PC”.
Ma è davvero così? Nì. Ovviamente esiste un fondo di verità, ma come al solito il marketing degli “opportunity seeker” sta spingendo questo messaggio in modo aggressivo per fare “cassa” con i soliti polli da allevamento che cercano la “ricetta magica”.
É vero che è possibile diventare programmatore partendo da 0. E va bene pure che l’università è stata declassata ultimamente, ma non è che i programmatori/ingegneri informatici che hanno studiato 3-5 anni sono coglioni e quelli che si iscrivono da 0 ad un corso da 3-6 mesi online sono dei geni. É un pò strano, non trovi?
Siccome “non sono del mestiere” su questo argomento, ho chiesto aiuto ad una persona che di programmazione ne sa. Si chiama Lorenzo De Francesco e con lui oggi parleremo proprio di questo, nel primo articolo della mia nuova rubrica Aperi-HR.
Che cos’è Aperi-HR? Te lo spiego alla fine. Adesso spazio a Lorenzo, partiamo!
1 – Ciao Lorenzo, presentati, chi sei e cosa fai?
Ciao Io sono Lorenzo e sono un Team Leader Frontend all’interno di Fabrick, società del gruppo Banca Sella. Sono prima di tutto un programmatore frontend focalizzato su framework React, inoltre mi occupo anche di formazione interna e supporto dei nuovi ragazzi. Tra le altre mansioni prendo parte alle discussioni sulle linee guida aziendali sullo sviluppo frontend.
2 – È vero che è FACILE trovare lavoro come Programmatore? In particolare c’è qualche settore specifico più in fermento di altri (es. web developer)?
Da quello che vedo per un laureato in informatica è facile trovare lavoro nelle grandi società di consulenza (Accenture, Altran, Reply…). Se sei invece un “convertito” puoi ambire a diventare consulente nelle società sopra. I convertiti sono tutte quelle persone (me compreso) che hanno una laurea diversa da quella in informatica, ma che per i più svariati motivi lavorano o vogliono lavorare come sviluppatori e quindi hanno convertito le proprie competenze e ne hanno acquisite di nuove.
In generale il mondo del web è quello più gettonato, immagina che dobbiamo costruire un mondo nuovo e digitale in uno spazio infinito dove non si pagano tasse e i costi di demolizione sono zero. Inoltre viaggiare in questo mondo costa zero e tutte persone connesse possono usufruire della tua app. Una volta si apriva un negozio fisico dalle 09:00 alle 18:00 e si potevano intercettare i clienti fisicamente limitrofi, adesso un e-commerce è aperto 24/7 sul mondo, tutti possono entrare quando vogliono. Il web è il nuovo marketplace mondiale, quindi servono tanti lavoratori per create tutti questi store.
Poi ci sono settori più di nicchia come l’automazione industriale, programmazione di dispositivi medici, programmazione di microcontrollori dove è più difficile entrare e non c’è tanto materiale didattico. Questi settori non hanno niente a che fare con l’IoT che – praticamente – ricade nello sviluppo web.
3 – Si può imparare a programmare in modo autonomo? Se si come e da dove iniziare?
Certo che si può! Ci sono tantissimi corsi di base gratuiti in italiano e in inglese. Per ospitare il codice c’è github (gratuito), per portare la tua applicazione online ci sono server a 3€/mese oppure c’è amazon AWS gratis per un anno. Tutto il materiale per la programmazione web è disponibile online, non esistono segreti. Da dove iniziare? Secondo me la cosa più intelligente da fare è prendere un linguaggio qualsiasi (ad esempio Java) ed esplorarlo dalla A alla Z creando progetti pratici e “imitando” le grandi app del web.
4 – Ci sono delle scuole online che promettono di farti diventare “web developer” in 6 mesi con dei programmi full immersion e partendo da 0 (es. Boolean, Aulab, etc.). Che ne pensi? È possibile? Le conosci, opinioni, verità o fuffa? Ma poi si lavora davvero?
Queste scuole fanno un ottimo lavoro, ovvero riqualificano le persone per fargli trovare un posto di lavoro (stage). Chiaramente in 6 mesi hai giusto assaggiato una minima parte del mondo del web che può portarti a fare lavori di tipo manutentivo all’interno di grandi società di cui sopra. Io collaboro con start2Impact che funziona bene perché porta i ragazzi ad avere del materiale da mostrare ai recruiter e ai colloqui tecnici, è più facile essere valutati così.
Comunque quello che vedono è il primo scalino nella programmazione, in pochi mesi questo si può fare. Diciamo che il messaggio che queste scuole passano è “al limite”, è vero che danno lavoro? SI. Sei indipendente sul luogo di lavoro? NO.
5 – A proposito di questo, quanto tempo ci vuole mediamente per imparare a programmare? Diciamo partendo da 0, in quanto tempo una persona può diventare un profilo junior?
Direi che ci vogliono uno o due anni per essere quasi indipendenti nel mondo del web development, tenendo in conto un lavoro full time. Ma è molto soggettivo e non si smette mai di imparare, ciclicamente spuntano delle nuove tecnologie che vanno studiate per rimanere al passo con i tempi.

6 – Si può imparare a programmare a qualsiasi età? Ad esempio sono un cuoco, ho 40 anni, ho perso il lavoro con il Covid e voglio reinventarmi come programmatore: possibile o è fantascienza?
Si può ma non si è appetibili per il mercato del lavoro, ci si scontra con orde di 30enni che sanno fare la stessa cosa e casomai chiedono anche di meno come paga oraria e casomai sono più disposti a sacrificarsi.
7 – Per sapere programmare serve la laurea in informatica/ingegneria informatica?
La laurea in informatica aiuta molto ma è tutto online, non c’è nessun segreto universitario. Serve pazienza, pratica e se sai l’inglese accedi a tantissime risorse in più. Molti “convertiti” hanno la sindrome dell’impostore in quanto non hanno la laurea in informatica ma nel lungo periodo (ovvero con l’esperienza) hanno le stesse possibilità di un laureato in informatica.
8 – Il programmatore è un mestiere da uomini? (Numeri e statistiche)
Una volta programmare era un lavoro da donne, la missione Apollo è stata programmata da donne, poi per poco interesse le donne si sono allontanate dal mondo della programmazione.
https://en.wikipedia.org/wiki/Margaret_Hamilton_(software_engineer)
https://www.fattistrani.it/post/negli-anni-60-la-programmazione-informatica-era-un-lavoro-da-donne
https://www.operalogica.com/news/le-donne-che-hanno-programmato-la-storia-dellinformatica/
Da quello che ho visto le donne sono più precise degli uomini, ma per questo sono più lente quindi sono risorse preziose da impiegare in settori critici. Gli uomini sono tendenzialmente più impulsivi nello scrivere codice. In ogni caso ognuno ha la sua personalissima inclinazione, ogni programmatore ha una caratteristica peculiare che può essere evidenziata (alcuni si occupano delle procedure, alcuni sono attenti alla UI, altri alla UX, altri sono dei maniaci della sicurezza…).
9 – Secondo te perché c’è lo stereotipo del programmatore = nerd? È ancora così?
La programmazione è un lavoro di precisione dove si impartiscono comandi ad una macchina che non sa fare nulla, se non hai una forte passione è difficile andare avanti in questo mondo ed avere successo. Per questo si diventa Nerd. Ma adesso se dici che fai Apps sei un figo. Molti programmatori poi sviluppano disturbi ossessivi compulsivi (io devo avere tutto in ordine), sono pedanti e noiosi perché la programmazione cambia il tuo mindset.
10 – In un tuo post su LinkedIn hai lanciato questa provocazione: “I programmatori sono i nuovi operai!?!”. Cosa intendevi esattamente? Raccontami.
Il concetto è semplice: a fronte di un’architettura software che progettano i senior developers (2 o 3) ci vogliono 10/15 persone mid per lo sviluppo e 10/20 persone junior per fare attività di manutenzione e/o piccole modifiche. Questo è quello che ho visto io nella mia carriera professionale.
11 – Vantaggi e svantaggi di fare questo lavoro secondo te?
Se non lo ami non lo fai, anzi potrebbe mangiarti la vita; dopo tutto si tratta di impartire comandi ad una macchina stupida. La programmazione ti cambia la forma mentis. Dall’altra parte è uno dei lavori dove ci sono più benefit e dove la flessibilità lavorativa è massima, dallo smart working reale a benefit che non ci sono nelle altre professioni. Il bello della programmazione è che tutti partiamo da Junior e tutti i Junior possono diventare Architect, dipende tutto dal programmatore e non ci sono vie preferenziali. Un Architect che non ha mai scritto codice non è assolutamente credibile.
12 – Consigli finali a chi vuole intraprendere questa carriera (di lavoro, formazione).
Tanta pazienza e mai smettere di codare, portatevi sempre fuori dalla vostra confort zone di programmazione. Approfondimenti utili:
- Il canale di Mich che parla della vita dei developers
- HTML.IT – io sono partito da qui per imparare
- FREECODEECAMP – anche questo è un ottimo canale per inziare a programmare ma è in inglese.

Lorenzo ha risposto in modo chiaro e diretto a tutte le mie domande! Le possibilità nel settore informatico al momento sono tante. MA ATTENZIONE: non è un lavoro adatto a tutti. Come avrai capito è richiesta alla base tanta passione, curiosità, pazienza ed applicazione. Il fatto che sia un settore dove ci sono tante opportunità non significa che sia anche il settore giusto per te.
Ecco perché rido sempre quando leggo l’espressione “I LAVORI DEL FUTURO”. Anche fare l’OSS è un lavoro del futuro specialmente se vivi in Italia, ma non ne ho mai sentito parlare sui vari World Economic Forum del lavoro.
Ah dimenticavo, ma cos’è Aperi-HR? É la mia nuova rubrica per l’orientamento dei giovani! Immagina di prendere un aperitivo virtuale con me e di parlarmi di un tema che ti sta particolarmente a cuore sul mondo del lavoro. Se sei un professionista del mondo del lavoro, un coach, un HR, uno psicologo, etc., e sei interessato a fare un contenuto insieme contattami in privato! Nella sezione “collaborazioni” del sito trovi tutte le informazioni al riguardo. Ah, non ti dò un euro per la collaborazione, è gratis.
Se hai altre domande per Lorenzo, scrivile nei commenti! QUI il suo profilo LinkedIn.
P.S. Se non condividi sei un HR!
Blogger, Disoccupato
Laureato 110 e lode con Dottorato di ricerca. Nominato da Forbes nella classifica dei top 100 talenti italiani under 30. Non sono nulla di tutto ciò. Al momento disoccupato. Scrivo per alleviare la mia frustrazione.