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Digital You. Fai carriera con il personal branding online

Quante volte hai sentito parlare di personal branding su LinkedIn? Io tante, anzi troppe…

Devi essere autentico, devi essere originale, devi esprimere la tua unicità, devi creare i contenuti di valore, devi fare il brand di te stesso, etc etc etc.

Sì, ma che cazzo significa? Tutto e niente.

In linea di massima NON sono consigli sbagliati, ma oggi cercherò di fare chiarezza su cosa significa fare personal branding su LinkedIn.

Prima di iniziare, 3 precisazioni:

  1. Ti parlerò solo di come farlo su LinkedIn (sulle altre piattaforme NON sono capace e NON posso nemmeno farlo, avendo un avatar e NON avendo le tette grosse da mostrare su Instagram o Tik Tok);
  2. Questo articolo segue il modello “Digital You. Fai carriera con il personal branding online” di WILLIAM ARRUDA che è considerato il GURU americano del Personal Branding e LUIGI CENTENARO che è stato il Primo Personal Branding Strategist in Italia;
  3. Ho comprato e letto questo libro e ti riporto le parti che ho trovato più interessanti.

Se leggi e applichi quello che ti dico, alla fine di questo articolo avrai tutto quello che ti serve. SUL SERIO. Iniziamo.

1 – Definizione di Personal Branding (PB).

Il personal branding è la tua immagine professionale. Serve a mettere in evidenza i tratti migliori della tua personalità e della tua professionalità, serve a creare reputazione, affidabilità e credibilità. 

È un qualcosa su cui lavorare con costanza e coerenza nel tempo. Cioè se fai 2 settimane i post su LinkedIn e poi smetti, non è servito a nulla (era meglio passare il tempo su Netflix).

2 – Non devi piacere a tutti.

L’obiettivo del PB non è piacere a tutti, ma deve essere calibrato sul target che vuoi attrarre. E anche questo, so che lo sapevi. È una frase facile da comprendere ma difficile da metabolizzare. 

Sai quante volte vengo insultato su LinkedIn? Tantissime, eppure anche le shit-storm mi hanno aiutato ad “attrarre” le persone che desideravo!

3 – Perché serve?

Se stai cercando lavoro (in settori NON tradizionali) nel 2022 è fondamentale. Gli Head Hunter, i recruiter, etc. ti cercano su LinkedIn, Google, Facebook, Pornhub, etc. (no dai, non credo lo facciano su Pornhub). Lo fanno allo stesso modo in cui tu stalkeri la tipa/il tipo che ti piace sui social!

Faccio il colto: Secondo una ricerca di Wyser, l’80% degli Head Hunter cerca su Google il candidato dopo aver ricevuto il suo CV. E se per il 66,7% l’assenza del candidato in rete non ha alcun impatto, è vero anche che per 1 recruiter su 3 non avere riscontro online influenza negativamente la prima impressione.”

Cioè, se non sei su Google e/o su LinkedIn gli “puzza”, tradotto: NON TI CHIAMANO a colloquio.

4 – Ma da dove partire?

Qui inizia il gioco – Chi sei, che cosa hai fatto, che cosa puoi fare? L’idea di base del personal branding è trovare un modo per emergere e distinguerti dagli altri puntando sulla tua unicità.

Non è semplice ma voglio farti un esempio. Esistono 3 livelli:

  • Livello 01 – Indifferenziato: ci sono 100 laureati in ingegneria che fanno application per una posizione;
  • Livello 02 – Distinto: di quei 100, 30 sono laureati in ingegneria e in PIU’ hanno esperienza all’estero + specializzazioni in X, Y, Z… chiaro?
  • Livello 03 – Richiesto: ma solo 1 su 100 è un brand – l’ingegnere Youtuber che ha il suo canale con 10.000 iscritti che seguono i suoi consigli e che spiega come superare l’esame di Analisi 1 (quindi l’idolo delle matricole). 

È solo un esempio, ma voglio farti capire che se giochi la partita al livello 01, finisci in quella che viene definita la “guerra del prezzo”, cioè se NON ci sei tu, c’è un altro e si va sempre al ribasso a livello di offerta economica.

Se giochi la partita a livello 02, hai più probabilità di emergere, ma devi aumentare notevolmente il tuo livello di competenze: più esperienze, più titoli, più lingue, etc.

Se vai al livello 03, che è quello più difficile, sostanzialmente FAI UN ALTRO GIOCOLa gente ti lecca il culo e ti cerca perché sei il figo della categoria e a nessuno interessa più nemmeno il tuo Cv. 

Incredibile eh? È la verità…

5 – Ma come faccio a scoprire cosa mi rende unico?

Questa è la domanda più difficile a cui trovare una risposta. Se sei all’inizio della tua carriera, è NORMALE non avere una risposta chiara e definita. Ci si arriva per tentativi e la si scopre nel tempo. Ricorda però che Il tuo messaggio deve seguire la regola delle 3C: Chiarezza, Coerenza e Costanza. Che non sono le tue cugine calabresi, ma sono 3 aggettivi che devono guidarti SEMPRE nella tua comunicazione. Se il tuo messaggio non è chiaro per te, non sarà chiaro nemmeno per il tuo target.

Voglio farti il mio esempio personale, guarda la mia headline su LinkedIn: Racconto la verità sul lavoro che “nessuno” avrà mai il coraggio di dirti | Tutto quello che avrei desiderato sapere prima di laurearmi. Noti anche tu la chiarezza del mio messaggio? Parlo senza peli sulla lingua di tematiche legate al lavoro. Il mio target sono tutti i neolaureati e/o professionisti ai primi anni di carriera. Una volta che hai chiarito il tuo messaggio, comunicarlo diventa la parte più semplice. Credimi.

Voglio lasciarti però alcune domande per capire cosa potrebbe renderti unico:


CONSIGLIO BONUS: Poni queste domande al tuo migliore amico, alla tua ragazza, alla tua famiglia, a tua cugina, ai tuoi colleghi, etc. Poni queste domande a diverse persone che ti conoscono e confronta le loro risposte, avrai le idee molto più chiare.

6 – Il Digital You Canvas.

Il vero valore del libro è racchiuso in questo strumento: IL DIGITAL YOU CANVAS. È uno strumento visuale molto potente che ti permette di definire tutte le caratteristiche per raccontare la tua storia personale:

Lo trovi qui scaricabile GRATUITAMENTE qui: https://www.personalbranding.it/digitalyou/digital-you-canvas/. Compila tutti i suoi campi: risultati, valori e passioni, superpoteri, differenziazione, dati, conferme, etc. Avrai maggiore chiarezza sui messaggi da comunicare su LinkedIn.

7 – Ci siamo quasi…

Adesso hai tutti gli strumenti per raccontare la tua storia. Ma devi fare 3 azioni in parallelo in modo costante e continuativo:

  • Avere un profilo LinkedIn efficace;
  • Costruire un network di valore in maniera continuativa;
  • Avviare conversazioni e parlare con le persone.

Altrimenti è come se avessi costruito il miglior personal brand del mondo ma sei in una cazzo di isola deserta. Chi lo vede? E soprattutto a che serve?

CONCLUSIONI: All’interno del libro “Digital You” è anche riportata una lunga discussione su come costruire la tua “Visual Identity”, ma ho preferito focalizzami su altro. Che significa “Visual Identity”? Se dico rosso che brand ti viene in mente? La Ferrari! Se dico blu che brand ti viene in mente? Facebook, anzi Meta! Insomma, sta roba qui.

Infine, si parla dell’importanza dei video, e del metterci la faccia. Qui è bene aprire l’ultima parentesi dell’articolo:

  • Fare video è lo STRUMENTO PIU’ POTENTE che hai a disposizione IN QUESTO MOMENTO;
  • Fare video ti permette di essere REALE in un mondo VIRTUALE;
  • Il video genera fiducia e ti connette a un livello umano con le persone;
  • Il video ti differenzia perché NON lo fa nessuno;
  • Il video è la migliore alternativa alla presenza!

“Oh scusa Angelo, ma allora perché tu non fai video?” Perché ho un avatar e mi sono inculato da solo!

Per oggi è tutto! Ti è piaciuto l’articolo? Vuoi iniziare a costruire il tuo personal branding su LinkedIn? Scrivimi le tue opinioni nei commenti!

P.S. Sto pensando di organizzare un webinar privato sull’applicazione del metodo “Digital You”. Un webinar in cui andremo a costruire il nostro personal branding una volta per tutte. Ti interessa partecipare? Scrivimi in privato che ti fornirò tutti i dettagli!

P.P.S. Se non condividi sei un HR!

 

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Blogger, Disoccupato

Laureato 110 e lode con Dottorato di ricerca. Nominato da Forbes nella classifica dei top 100 talenti italiani under 30. Non sono nulla di tutto ciò. Al momento disoccupato. Scrivo per alleviare la mia frustrazione.